A vivere una vita a metà, a lasciarsi tutto dentro senza
poter parlare con nessuno. A vestirsi ogni giorno di una maschera e sperare che
nessuno capisca. Soprattutto chi credi che ti conosca così bene da saper
decifrare ogni tuo sguardo, ogni tua assenza…
Ognuno vede ciò che vuol vedere. Anche io lo faccio. E adesso vedo solo lui e i
7 sette giorni che mi separano da lui. Che mi pesano come un macigno, che
rappresentano un vuoto che non so come riempire. E lo so che mi sorprenderò ad
odiarlo per la mancanza che mi farà sentire di lui. Come se fosse colpa sua e
lui non fosse solo un’altra vittima di questo destino un po’ crudele. E’
crudele sì, costringere alla lontananza chi ha come obiettivo quello di unirsi,
chi ha come unico desiderio quello di stringere tra le braccia l’altro e
impedirgli di andare via.
E il fatto che sia Natale acuisce il senso di malinconia.
Sarà il primo Natale in cui non starò insieme a tutte le persone che amo di più…
sarà il primo Natale in cui mancherà qualcosa… in cui tutto ciò che voglio non
è vicino a me. Penserò a lui, a cosa starà facendo. Saprò che in quel momento
lui sta facendo lo stesso. Che gli sto mancando quanto lui manca a me. Sarà una
magra consolazione. Io lo vorrei qui, col cappello di Babbo Natale e il
maglione con le renne a baciarmi sotto il vischio, a darmi il suo regalo che mi
piacerà da impazzire solo perché me lo ha regalato lui. Lo conserverei per
tutta la mia vita e un giorno, quando sarei nonna, lo mostrerei come una
reliquia alla mia nipotina quando dovrò spiegarle che cos’è l’amore.
Tutor mi ha sconvolto la vita. Vi è entrato dentro, l’ha
messa un po’ sottosopra, poi ha trovato un posticino dove insediarsi e adesso
sta lì a divertirmi e confondermi. A rendere tutto più bello.