venerdì 19 dicembre 2014

Come si fa?

A vivere una vita a metà, a lasciarsi tutto dentro senza poter parlare con nessuno. A vestirsi ogni giorno di una maschera e sperare che nessuno capisca. Soprattutto chi credi che ti conosca così bene da saper decifrare ogni tuo sguardo, ogni tua assenza…
Ognuno vede ciò che vuol vedere.  Anche io lo faccio. E adesso vedo solo lui e i 7 sette giorni che mi separano da lui. Che mi pesano come un macigno, che rappresentano un vuoto che non so come riempire. E lo so che mi sorprenderò ad odiarlo per la mancanza che mi farà sentire di lui. Come se fosse colpa sua e lui non fosse solo un’altra vittima di questo destino un po’ crudele. E’ crudele sì, costringere alla lontananza chi ha come obiettivo quello di unirsi, chi ha come unico desiderio quello di stringere tra le braccia l’altro e impedirgli di andare via.
E il fatto che sia Natale acuisce il senso di malinconia. Sarà il primo Natale in cui non starò insieme a tutte le persone che amo di più… sarà il primo Natale in cui mancherà qualcosa… in cui tutto ciò che voglio non è vicino a me. Penserò a lui, a cosa starà facendo. Saprò che in quel momento lui sta facendo lo stesso. Che gli sto mancando quanto lui manca a me. Sarà una magra consolazione. Io lo vorrei qui, col cappello di Babbo Natale e il maglione con le renne a baciarmi sotto il vischio, a darmi il suo regalo che mi piacerà da impazzire solo perché me lo ha regalato lui. Lo conserverei per tutta la mia vita e un giorno, quando sarei nonna, lo mostrerei come una reliquia alla mia nipotina quando dovrò spiegarle che cos’è l’amore.

Tutor mi ha sconvolto la vita. Vi è entrato dentro, l’ha messa un po’ sottosopra, poi ha trovato un posticino dove insediarsi e adesso sta lì a divertirmi e confondermi. A rendere tutto più bello. 

venerdì 9 maggio 2014

Dovrei essere felice...

... ma non lo sono.
Starebbe andando tutto bene. Ho trovato un lavoro, ho trovato una nuova amica, il mio Lui non ha scoperto nulla, tra un po' si laurea e io sono immersa nei preparativi dei festeggiamenti. Domani parto anche per un week end solo donne in una città meravigliosa del centro Italia. Eppure sono triste. Un peso sullo stomaco, a volte sul petto. Nessuna voglia di fare, vedo grigio. Questa volta riesco a reagire: metto la musica a palla e mi do una mossa, ma appena mi fermo comincio a pensare. E i pensieri portano sempre a Tutor. Mi ha rapito il cuore e la mente. é passato più di un mese e non se ne va via... Gli ho scritto di non scrivermi più, poi non ho resistito e gli ho scritto io, ma non mi ha mai risposto. Devo resistere. Ma ai pensieri non si comanda. Loro volano sempre da lui, a ciò che mi ha detto, a ciò che abbiamo fatto insieme. A cosa starà facendo ora. Se è felice. Se pensa a me. Sono sempre al solito punto. Per un po' sto meglio, poi di nuovo mi manca da morire. 
Finalmente sono arrivati anche i sensi di colpa verso Lui. Ho cominciato a rendermi conto di quanto sia stata orrenda nel tradirlo e ingannarlo. Con Tutor, anche se è stato un amore platonico, è stato un amore. Quindi un tradimento. A volte penso che non vorrei altro che Lui al mio fianco, poi però se vedo un film d'amore mi sorprendo a pensare che i due protagonisti siamo io e Tutor. Se guardo dei bambini per strada immagino a quando io e Tutor ne avremo uno... Questi pensieri prima erano solo per Lui. E non so quanto sia normale averli per un altro che 5 mesi fa neanche conoscevo... 
Vorrei mettere la mia vita in standby, cercare di capire cosa voglio e cosa cerco. Sarei voluta andare per mesi a Dublino, con la scusa di perfezionare l'inglese, ma con la speranza di non tornare più. Poi la proposta di lavoro ha fatto cadere ogni progetto. 
Pensieri confusi si affollano nella mia mente. "Analisi della realtà" mi consiglierebbe il mio ex terapista. Non lo so. Ho paura.


martedì 29 aprile 2014

24

Sono i giorni passati dall'addio. Non so cosa fa, cosa pensa. Cosa prova. Se sta male come me, se sta bene, se sta peggio. Non lo so e vorrei tanto saperlo. Molto probabilmente sta meglio di me. Ha un lavoro che lo distrae, una moglie che sa di noi. Figli che gli riempiono la vita. Il suo tempo passa più velocemente. Non tiene il conto dei giorni che non mi vede. Non controlla su whatsapp se sono connessa o meno. Ultimamente non controlla neanche la mail che abbiamo in comune. Sarebbe inutile farlo. Non ha intenzione di scrivermi. L'ho quasi sempre fatto io per prima. Lui mi risponde, ma non prende iniziativa. 
Fa bene, alimenterebbe solo in me una falsa speranza di noi. 
A volte penso che dovrei vederlo. Per demitizzarlo. Nella mia testa si fa sempre più perfetto, imparagonabile al mio Lui, che povero, non immagina lontanamente cosa affolla il mio cuore e la mia mente. 
Chissà se anche per Tutor è così. Se anche nella sua mente io divento ogni giorno più perfetta, più desiderabile. Se legge le nostre conversazioni o ascolta le nostre canzoni. Io devo smettere di farlo. Rivivere quei momenti rende le ferite di nuovo aperte. Forse lui l'ha capito prima di me e ora sta bene. A volte glielo auguro. Altre me lo immagino con gli occhi fissi nel vuoto mentre pensa a come raggiungermi, per darmi quel bacio sospeso. Ecco: un'altra differenza. Io so dov'è, so che posso prendere la macchina e raggiungerlo. Lui no. Lui non ha questa possibilità. E se devi dimenticare qualcuno, avere poche possibilità di contatto aiuta. 
Sono tentata di scrivergli, chiedergli come sta, pretendere la verità e non un semplice "bene". Forse mi aiuterebbe a dimenticare sapendo che lui lo ha già fatto. Lo odierei per questo. Se non lo avesse fatto però riaccenderebbe in me la speranza. Aumenterebbe il desiderio di vederlo, di baciarlo e di farlo di nuovo mio. E' il momento di comportarmi da donna e non da bambina. Resistere è l'unico modo per rispettarlo e rispettarmi. Per salvaguardare ciò che amo. Lui sta facendo lo stesso. Questo, purtroppo, lo so.

lunedì 28 aprile 2014

Mi Manca

Tutor mi manca. Da morire.
Sono 23 giorni che non lo vedo. Cinque giorni che non gli scrivo. 
I primi giorni sono stati un inferno. Le lacrime scendevano senza neanche me ne accorgessi, il dolore era sordo e mi premeva sul petto. Piangere era l'unico modo per liberarmi dall'angoscia. Ho imparato a memoria le nostre conversazioni. Ho smesso di ascoltare musica, perché ogni canzone me lo faceva ricordare. Ogni canzone sembra parlare di noi.
Non mi basta pensare che era un amore impossibile. Che è giusto che lui stia in pace con la sua famiglia. Io lo voglio. Almeno per un altro giorno. Ma so che non saprei fermarmi. Lo vorrei ancora e ancora. Gli ho chiesto di vederci, ma lui saggio com'è non ha voluto. Gli ho mandato mail leggere e mail da star male. Lui è sempre lì, ma lotta per andare oltre me. Dovrei farlo anche io, ci sto provando, ma dopo un paio di passi in avanti ne faccio altrettanti indietro. La verità è che non voglio dimenticarlo. Non voglio lasciarlo andare. Sono stata troppo bene con lui per convincermi a rinunciarvi. Ma è tutto troppo sbagliato. Abbiamo le nostre vite. Lui ha scelto la sua e io farei la cosa giusta a scegliere la mia. Il suo pensiero, però, non mi abbandona. E soffro come non mai per un uomo. 
Ci sono giorni in cui prenderei la macchina e mi presenterei lì. Fuori dal lavoro. Per vederlo. Per parlargli. Non sarebbe giusto. Non lo faccio per lui. Perché lo amo così tanto da non volergli rendere le cose più difficili. Prego ogni istante di liberarmi della sua presenza. Lui è ovunque. In ogni cosa che faccio. Anche se adesso fa meno male. Giorno dopo giorno riesco a guadagnare un minuto in più di tranquillità. Ma ci sono giorni come questo, in cui sprofondo nel baratro dei primi giorni. 
Scrivere mi dà l'illusione di dar sfogo ai pensieri, liberarli e sperare che volino lontano da me. 

venerdì 7 marzo 2014

Non basta





Stasera non è bastato annegare nel cioccolato, la morsa allo stomaco non è passata.
Stasera non è servito a nulla buttare la testa sotto l'acqua e farmi uno shampoo, i pensieri neri non vanno via.

Confusa, felice, preoccupata, in colpa. Non ci sto capendo nulla. Tutor mi occupa la mente, il cuore, le idee, gli occhi, i desideri. Mi occupa lo stomaco e il sonno. 

Questa storia deve finire prima di iniziare. Va contro i miei principi, i miei valori, va contro la brava ragazza che è in me e che mi rappresenta più di quanto io voglia ammettere. Non si può cedere, non si deve andare avanti. Solo che questi pensieri li faccio ora, di notte, da sola, senza il suo sguardo su di me. Quando invece i suoi occhi mi scrutano, le sue parole mi colpiscono, io non riesco più ad essere io. Voglio solo che l'idillio non finisca. Voglio solo che tutto continui così. Forse sto solo giocando, e se è così sarei proprio una stronza. Tremo, fisicamente. Mi fa male pensarlo. Dove mi porterà tutto questo? Io non voglio che accada l'irrimediabile. Spero che il tempo faccia il suo dovere, ma se il tempo lo passiamo insieme a farci del male nulla potrà finire.


martedì 4 marzo 2014

Che cosa ho che non va???

Io non mi sono mai ritenuta una tipa facile... nel senso che di solito quelli che mi venivano dietro non mi sono mai piaciuti e quindi cedere ad una corte non è mai stata un'attività che ho svolto spesso. Meno che mai mi è successo di essere oggetto di attenzioni da parte del genere maschile dato che io e Lui stiamo insieme da un numero di anni a 2 cifre che corrisponde quasi alla metà della nostra vita. Per me gli uomini sono stati sempre suddivisi in 2 categorie: quelli che mi piacciono ma non mi filano, quelli a cui piaccio ma non mi interessano. Non ho mai accolto quindi con desiderio la corte di qualcuno... fino a oggi...


Lo so che è successo anche con l'Altro di cui ho scritto, ma lì si trattava di pure desiderio sessuale. Era bello come non mai, un fisico da paura... uno così non mi aveva mai guardata con tale desiderio negli occhi... ma ora è passata, ed io credevo di essere uscita immune al fascino di qualunque altro uomo che non fosse il mio Lui. E invece no! ci sono ricascata e questa volta è peggio. Peggio perché stiamo parlando del mio Tutor. Peggio perché questo stage durerà almeno altri 4 mesi. Peggio perché io e Lui stiamo progettando il matrimonio. Peggio perché Tutor è sposato e padre. Peggio perché Tutor non assomiglia manco lontanamente al prototipo di uomo che a me piace. Non è attrazione fisica, almeno da parte mia. E'... è... non lo so neanche io cosa è... so solo che lo penso, che sono felice di andare a lavoro perché so che lo vedrò, che sono gelosa del tempo che non dedica a me, che sono disposta a stare ore oltre l'orario di lavoro per poter stare ancora con lui, che mi fa una corte palese e gentile, che mi fa sentire bellissima e protetta, che mi sprona a fare sempre meglio, che mi lusinga senza essere ridicolo. Mi fa ridere, mi intriga, mi affascina... è come se fossimo due anime complementari che si sono incontrate e sembra che si conoscano da sempre. La cosa che mi disarma di lui è la sua sincerità. Non nasconde quello che prova per me dietro silenzi o inganni. Ne parla, forse un po' imbarazzato, senza nascondermi nulla. E mentre io vivo tutto questo con la paura di chi gioca col fuoco, lui ammette con sincerità di non pensarmi con sensi di colpa... ma mi sogna, e i suoi sogni sono sconvenienti... Stiamo giocando col fuoco invece, e io tremo ad ogni squillo del telefono, sperando che sia lui. So che raccontata così sembra che io stia dimenticando il mio Lui. Invece no! Lo amo come sempre e non penso neanche lontanamente di lasciarlo. Forse questo significa che quella per Tutor è solo un'infatuazione ... una sorta di affascinamento dovuto al fatto che lo stimo molto come Capo a cui ci si è aggiunta la sua corte. Non lo so... la confusione mi attanaglia, come questa morsa allo stomaco che ho quando non sto con lui...


A voi capita mai???

lunedì 4 novembre 2013

Un Anno Dopo....

Cosa scrivere dopo un anno di assenza da qui?
Tantissime cose sono cambiate, tutte in meglio per fortuna. Oggi sono una trentenne quasi felice, che ha ritrovato l'amore per la sua anima gemella, che ha superato uno degli ostacoli più grandi posti sul suo cammino, che è alla ricerca di un lavoro, anche precario che per ora non ha trovato, o non ha trovato il coraggio di accettare. 
Il coraggio ce l'ho, l'ho dimostrato, il leone che è in me si è risvegliato dal sonno, ha cominciato a ringhiare, poi a ruggire... ha sbranato le paure che lo tenevano incatenato e in gabbia e si è preso la sua rivincita. Ho dimostrato a me stessa di valere, di non essere stupida o non all'altezza. Eppure io queste cose le pensavo davvero, erano parte di me e ne ero così sicura che per non sbagliare non facevo nulla. Adesso non posso dire di essere "guarita"... non si guarisce mai, ma sono più consapevole. Consapevole che un leone dentro di me c'è, che ha bisogno solo di essere svegliato... me lo tatuerò un giorno quel leone, perché rimanga impressa sulla mia pelle questa grande scoperta, perché il leone non vada più via, perché mi ricordi della sua esistenza per sempre. 
Intanto oggi ho scoperto di essere impermeabile al ricordo dell'Altro. L'ho rivisto per qualche secondo e, meravigliandomi di me stessa, mi sono accorta di non provare nessun sentimento verso di lui, uno qualunque che oggi manco guarderei. Altra vittoria! questo 2013 mi sta portando d'avvero fortuna. 
Speriamo continui così!
Bye bye da Pescapop